Che differenza c'è tra nave, imbarcazione e natante?
La nautica da diporto è disciplinata dalla legge 172 del 8/7/2003, nonché da un apposito codice denominato appunto "della nautica da diporto".
Quest'ultima è definibile come ogni attività di navigazione svolta a fini ricreativi, sportivi o turistici, mediante l'uso di imbarcazioni come barche a vela, yacht, motoscafi e gommoni, per il piacere personale, piuttosto che per scopi commerciali o professionali.
Il Codice prevede tuttavia la possibilità di utilizzare tali unità anche per fini di lucro e commerciali, quali il noleggio, l’insegnamento della navigazione ed attività sportive di diverso genere, come la pesca turismo anche subacquea.
Le unità da diporto si distinguono in base alla lunghezza e vengono definite in tre categorie:
- natanti: sono le più numerose e comprendono le unità con lunghezza pari o inferiore ai 10 mt;
- imbarcazioni: unità di lunghezza compresa tra i 10 e i 24 mt;
- navi: unità di lunghezza superiore ai 24 mt.
Cos'è il contratto di ormeggio?
L’oggetto del contratto risulta assimilabile, per alcuni versi, al contratto di locazione, per altri, a quello di deposito.
Sul punto, occorre rilevare che non esiste una regolamentazione dettagliata e completa che definisca in modo preciso i contenuti, gli obblighi e i diritti delle parti coinvolte in un contratto di ormeggio, come avviene per i contratti tipici (ad esempio, il contratto di locazione o di compravendita).
Il contratto di ormeggio, di per sé, è infatti atipico e presenta una struttura minima essenziale, costituita dalla sola messa a disposizione ed utilizzazione delle strutture portuali, mediante assegnazione di un delimitato spazio acqueo, con possibilità di estensione ad altre prestazioni collegate al corrispettivo, quali la custodia dell'imbarcazione e delle cose in essa contenute, fino al ricovero nei mesi invernali dell'imbarcazione.
Considerata l'ampiezza e la flessibilità dello schema negoziale a disposizione dei contraenti, al fine di qualificare correttamente il rapporto dedotto in giudizio, occorre accertare se le parti abbiano inteso includere, fra le obbligazioni del gestore, anche ulteriori prestazioni accessorie oppure, viceversa, abbiano inteso limitare il contenuto del rapporto alla sola messa a disposizione degli spazi acquei.
Come funziona il noleggio di un natante?
Il noleggio è un contratto con cui una parte denominata noleggiatore (ed in genere proprietario) concede ad un altra, il noleggiante, l'uso di un determinato bene mobile, nel caso, una barca, un'imbarcazione o un natante.
Il contratto deve includere necessariamente alcune importanti informazioni tra cui:
- i nomi delle parti, la descrizione dell'imbarcazione e il periodo di noleggio;
- il prezzo del noleggio e le modalità di pagamento;
- le condizioni di utilizzo e di restituzione, eventuali clausole sul carburante;
- le rispettive responsabilità e i contratti di assicurazione;
- la sussistenza o meno di un deposito cauzionale.
Anche nella nautica occorre stipulare un'assicurazione RCT?
Per legge, tutti i mezzi motorizzati, inclusi quelli diversi da auto e moto, devono avere un’assicurazione RC, per proteggere i terzi in caso di danni a cose o persone. Nel caso della nautica da diporto, l'assicurazione obbligatoria è sancita dalla Legge 172/2003, la quale impone l’obbligo di assicurazione per tutte le barche a motore, indipendentemente dalla potenza del motore. L'ultimo aggiornamento del 2003 ha eliminato il precedente requisito di una potenza minima di tre cavalli per rendere necessaria l’assicurazione.
Un aspetto unico nel contesto europeo è che, almeno fino ad oggi, esiste l'obbligo di assicurare tutti i motori marini installati a bordo, inclusi i motori ausiliari e fuoribordo, anche se non funzionanti. È infatti sufficiente che siano presenti nello specchio di poppa per far imporre la copertura al motore.