La regolamentazione del mercato energetico in Italia, alla luce dei recenti avvenimenti nel panorama europeo e internazionale, costituisce oggi un tema di cruciale importanza, sia per l'economia nazionale (e dei singoli cittadini) che per l'ambiente che ci circonda.
Negli ultimi anni, questo settore ha subito tutta una serie di trasformazioni significative, influenzate da fattori quali:
- la liberalizzazione dei mercati;
- le politiche europee;
- le sfide legate ai cambiamenti climatici e alla sostenibilità;
- guerre e mutamenti geopolitici.
Com'è suddiviso il mercato energetico
Il mercato energetico italiano è composto da diverse componenti:
- produzione dell'energia;
- distribuzione e vendita di energia elettrica e gas.
Il settore elettrico è gestito e suddiviso attraverso una pluralità di operatori, sia privati che pubblici, o tramite aziende che sono nate come pubbliche ma che poi nel corso degli anni hanno subito un processo di privatizzazione, una su tutte la famosa ENEL (Ente Nazionale per l'Energia Elettrica) istituita nel 1962.
Per quanto riguarda la produzione dell'energia, essa è diversificata tra fonti rinnovabili (come idroelettrico, solare, eolico) e fossili (gas naturale, carbone), oltre all'energia nucleare, vietata però in Italia dopo il referendum del 1987 e oggi tornata alla ribalta soprattutto a causa delle preoccupazioni riguardanti il cambiamento climatico, la transizione energetica, la crisi causata dall'aumento dei prezzi del gas e dall'instabilità geopolitica dei paesi “limitrofi” all'Italia.
Del pari, il settore del gas segue la medesima dinamica con una rete di distribuzione che collega le fonti di approvvigionamento, soprattutto attraverso importazioni da altri paesi; l'Italia non possiede infatti molte riserve di gas naturale estraibile.
Cos'è l'ARERA e in cosa si differenzia rispetto al MITE?
In Italia, la regolamentazione del mercato energetico è affidata a molteplici autorità, la principale delle quali è l'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (A.R.E.R.A.), istituita nel 1995. Tale ente è stato istituito al fine di garantire:
- la libera concorrenza nel mercato;
- la protezione dei diritti dei consumatori;
- la promozione dell'uso sostenibile delle risorse.
Una delle sue funzioni principali è infatti quella di stabilire le tariffe per i clienti domestici e non, basandosi su criteri di efficienza e qualità del servizio degli enti erogatori.
Totalmente differente è il M.I.T.E. (Ministero della Transizione Ecologica), che si pone quale vero e proprio organo di governo al di sopra dell'ARERA e che svolge il principale ruolo nella definizione delle politiche energetiche del Paese. L'ente è anche responsabile del rispetto degli obiettivi posti dal Green Deal europeo e di tutti i relativi regolamenti e direttive riguardanti il mercato dell'energia e del gas.
In cosa consiste la transizione energetica?
Uno dei principali fini della normativa in materia è la transizione verso un sistema energetico più sostenibile.
La lotta ai cambiamenti climatici - dagli effetti sempre più devastanti su tutto il pianeta - e l'impulso dell'Unione Europea hanno spinto i vari governi italiani che si sono succeduti negli ultimi 20 anni a fissare, chi più chi meno, ambiziosi traguardi sia per la riduzione delle emissioni di gas serra che per l'incremento dell'uso delle energie rinnovabili. È facilmente intuibile come il raggiungimento di tali obiettivi non sia - almeno in Italia - privo di sfide. Ad esempio, uno dei più complessi da conseguire entro il 2030 è l'impegno a ridurre le emissioni del 55% rispetto ai livelli del 1990 e ad aumentare sino al 30% l'energia derivante da fonti rinnovabili.
In sintesi, le principali e odierne difficoltà risiedono, da un lato, nei costi elevati per l'ammodernamento delle infrastrutture e, dall'altro, nella necessità di compensare la variabilità dell'energia prodotta da fonti rinnovabili (la differenza di potenza), che sono per loro natura intermittenti. Motivo per cui, come già anticipato, è tornato di forte attualità il tema dell'energia nucleare. Alcuni esperti sostengono che il nucleare potrebbe rappresentare una soluzione per garantire un'energia “pulita”, almeno sotto il profilo delle emissioni in atmosfera. Restano tuttavia ancora aperti interrogativi legati alla sicurezza alla gestione e smaltimento dei rifiuti, come noto, altamente tossici per l'uomo e l'ambiente.