Cos'è il recesso?
Il recesso è disciplinato dall'art.1373 c.c. che, al primo comma, in linea generale permette ad una parte di porre fine al contratto unilateralmente, senza il consenso dell'altra, purché questo non abbia avuto un principio di esecuzione, ovvero non sia iniziato. Tale casistica è applicabile a tutti i contratti ad esecuzione immediata, come ad esempio una compravendita. Una volta concluso e 'iniziato' il contratto, nessuno potrebbe tornare indietro senza un valido motivo o comunque senza pagare una penale.
Discorso diverso è invece quello affrontato dal comma successivo che disciplina il caso del recesso nei contratti ad esecuzione continuata o differita, come ad esempio una locazione o un affitto. In tale casistica è infatti sempre permesso un recesso, anche successivamente all'esecuzione purché abbia efficacia solo per le prestazioni successive alla data di comunicazione del recesso stesso. Sarebbe infatti difficile immaginare di poter recedere da un affitto e richiedere indietro tutti i canoni versati nel tempo.
Come viene disciplinato oggi il recesso?
Il diritto al ripensamento o ius poenitendi oggi costituisce uno dei più importanti diritti acquisiti, oltre che dal Codice civile, anche dal Codice del consumo che lo ha specificato ulteriormente nell'ottica di offrire una tutela rafforzata nel caso in cui il soggetto che lo eserciti sia un consumatore e si tratti di particolari tipi di contratti conclusi in particolari sedi, come ad esempio su internet. La materia è disciplinata dal decreto legislativo n. 21/2014 che ha recepito la direttiva 2011/83/UE sui diritti dei consumatori.
Per cosa è previsto il diritto di recesso?
Il diritto di recesso è previsto per tutti i contratti conclusi a distanza o negoziati fuori dai locali commerciali tra un professionista e un consumatore. Sussistono tuttavia numerose deroghe in cui questo non può essere esercitato come ad esempio nei casi di:
- contratti di servizi dopo la completa prestazione del servizio se l’esecuzione è iniziata con l’accordo espresso del consumatore e con l’accettazione della perdita del diritto di recesso a seguito della piena esecuzione del contratto da parte del professionista;
- fornitura di beni confezionati su misura, che rischiano di deteriorarsi o scadere rapidamente oppure che dopo la consegna, risultano, per loro natura, inscindibilmente mescolati con altri beni come pure la fornitura di registrazioni audio o video sigillate o di software informatici sigillati che sono stati aperti dopo la consegna;
- fornitura di giornali, periodici e riviste ad eccezione dei contratti di abbonamento per la fornitura di tali pubblicazioni;
- contratti conclusi in occasione di un’asta pubblica;
- fornitura di alloggi per fini non residenziali, il trasporto di beni, i servizi di noleggio di autovetture, i servizi di catering o i servizi riguardanti le attività del tempo libero qualora il contratto preveda una data o un periodo di esecuzione specifici.
Entro quando può essere esercitato il diritto di recesso?
Il diritto di recesso in ambito e-commerce può essere esercitato nel termine di 14 giorni che iniziano a decorrere diversamente a seconda della diversa tipologia contrattuale.
Se si tratta di:
- contratti di servizi, dal momento della conclusione del contratto;
- contratti di vendita, dal giorno in cui il consumatore acquisisce il possesso del bene.
Una particolare forma di tutela reale è offerta dal caso in cui l'azienda o il professionista ometta di informare il consumatore sull’esistenza del diritto di recesso. In tale caso, oltre ai 14 giorni, il termine per il suo esercizio viene esteso a dodici mesi.
Come può essere esercitato il recesso?
Nei termini stabiliti dalla legge il consumatore deve rendere edotto il professionista o l'azienda che si intende esercitare il recesso. Tale comunicazione può avvenire in due modi. La prima e la più semplice è l'inoltro di una lettera a mezzo PEC o raccomandata in carta libera con cui si fa presente, senza stare a spiegare nello specifico i motivi della decisione, che si intende recedere dal contratto. In alternativa è possibile utilizzare un modulo prestampato di recesso presente all’allegato I, parte B, del codice del consumo.