Cosa comporta l'ebbrezza alla guida?
Lo stato di “ebbrezza” descrive una condizione di alterazione mentale e fisica che deriva dal consumo eccessivo di bevande alcoliche. Questa sostanza, in particolare quando consumata in dosi significative, può infatti influenzare negativamente sia la coordinazione motoria che i riflessi.
Tale stato può produrre situazioni di rischio o potenzialmente pericolose, specialmente durante l’esecuzione di attività che richiedono prudenza e costante attenzione, come la guida di un veicolo. Essendo uno dei motivi statisticamente più legati alla causazione di sinistri anche mortali con o senza danni a cose appare subito chiaro il motivo per cui la legge punisca sempre più severamente questo tipo di condotta.
Quando si è considerati “in stato di ebbrezza”
Per quanto invece riguarda il vero e proprio status di “ebbrezza” oggi si è considerati tali se trovati alla guida con valori superiori ad 0,5 g/l ed è considerato un reato dall'art. 186 C.d.S. ove sia superiore ad 0,8 g/l.
Le sanzioni sono comunque valutate con maggior rigore in presenza di determinati fattori ambientali o personali quali:
- lo status di neopatentati o conducenti professionali come autotrasportatori;
- la fascia oraria serale/notturna;
- l'aver cagionato un incidente con o senza morti o feriti.
Quali possono essere le conseguenze accessorie della guida in stato di ebbrezza?
Premesso che l'alcol può in ogni caso compromettere la capacità di una persona di guidare in modo sicuro e quindi può sempre aumentare il rischio di incidenti stradali, le sanzioni per la guida in stato di ebbrezza, oltre a quelle civili in senso lato, possono essere:
- la confisca del veicolo;
- l'arresto e la reclusione fino a sei mesi;
- l'obbligo di sottoporsi a corsi di sensibilizzazione e di recupero presso apposite strutture.
Nei casi più gravi di lesioni gravi o morte, ove l'incidente stradale sia provocato da un conducente ubriaco, lo stesso potrebbe essere accusato di omicidio stradale e rischiare fino a 12 anni di reclusione.
Per definire lo stato di ebbrezza serve un alcoltest?
In assenza di un esame alcolimetrico, il giudice di merito può basare il proprio convincimento sullo stato di ebbrezza del conducente attraverso l'osservazione di elementi obiettivi e sintomatici.
Con una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. n. 20763/2024, è stato chiarito che per la determinazione dello stato di ebbrezza non è indispensabile utilizzare l’alcoltest, poiché questo può essere identificato anche tramite comportamenti indicativi della presenza di alcol nel sangue, come lo stato comatoso e l'odore forte di alcol. In tali casi palesi l’alcoltest, appurata la sua natura di esame strumentale, non sarebbe dunque una prova necessaria.
Pertanto, l'accertamento del livello di alcol nel sangue può essere effettuato attraverso elementi sintomatici in relazione ai reati previsti dall’articolo 186 del Codice della Strada. Naturalmente, però, in caso di presunto superamento delle soglie, la decisione dovrà essere supportata da una motivazione adeguata.
Nel caso in questione, i giudici hanno motivato adeguatamente la loro decisione, concentrandosi su fattori come lo stato comatoso e l’alterazione evidente dell’imputato alla vista della polizia, chiaramente superiore alla soglia di 1,50 g/l. Ulteriori prove a sostegno dell'ebbrezza includevano un forte odore di alcol, l’incapacità totale di controllare il veicolo in movimento e la mancata risposta alle domande della polizia giudiziaria.
La sentenza sembrerebbe in questo senso avvicinarsi a molte pronunce, soprattutto d'oltreoceano, che utilizzano test motori e di coordinazione al momento della verifica da parte degli agenti, quali il noto test di Romberg.