Una class action è un tipo di contenzioso in cui più persone che presentano il medesimo problema (o che più generalmente subiscono lo stesso evento) hanno la possibilità di unire le forze. In sostanza, questa permette a un gruppo di persone di presentare un'azione legale come un'entità unica, rivolgendo quindi una sola domanda al tribunale competente. Può, ad esempio, essere domandata una class action da persone che:
- sono state tutte esposte allo stesso prodotto nocivo, difettoso o pericoloso;
- sono state vittime di pratiche e/o comportamenti commerciali scorretti oppure violative delle norme in materia di concorrenza.
Come funziona una class action?
In Italia è stata introdotta con la Legge Finanziaria per il 2008 (legge 24 dicembre 2007, n. 244, articolo 2, commi 445-449), con l’inserimento all'interno del Codice del consumo (decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206) dell’articolo 140-bis. La class action viene promossa da uno o più consumatori, utenti o società in proprio oppure tramite mandato ad un'associazione di tutela dei diritti dei consumatori o, ancora, ad un comitato al quale partecipano.
Come anticipato, tutti i danneggiati dal medesimo evento hanno la facoltà di aderire all'azione di classe già promossa.
Occorre evidenziare che la class action non è obbligatoria e per tale motivo è sempre offerta la possibilità di tutelare in via individuale i propri diritti. In tale ipotesi sarà però preclusa la possibilità di aderire all'azione collettiva essendo questa naturalmente incompatibile con l'azione esercitata dal singolo.
Quali sono i costi di una class action?
I costi di una class action possono variare notevolmente in base al caso e alle circostanze. Essi sostanzialmente si concretizzano nella difesa tecnica nelle spese per sostenere indagini di vario tipo e genere nelle tasse di iscrizione della causa a ruolo (contributo unificato) oltre alle spese derivanti da un'eventuale perdita del contenzioso.
In generale è comunque possibile sostenere che l'azione esercitata collettivamente certo consente di abbattere le spese sia private che pubbliche dovute al proliferare di procedimenti similari oltre a contribuire alla formazione di un determinato - ma soprattutto uniforme - orientamento giurisprudenziale delle varie fattispecie.
In cosa consiste la nuova “class action rappresentativa” europea?
La nuova class action di allineamento europeo (Direttiva 2020/1828) entrerà in vigore il 25 giugno 2023 e si affianca alla procedura disciplinata dal codice del consumo.
Le principali novità sono:
- libertà di iniziativa degli enti legittimati che potranno in avviare azioni collettive senza mandato;
- inversione dell’onere della prova, sia sul versante della responsabilità che su quello del danno;
- introduzione di controlli per l'iscrizione nell'apposito registro degli enti legittimati nell’elenco tenuto dal Ministero delle Imprese e del made in Italy oltre che degli specifici requisiti delle associazioni come ad esempio l’assenza di fine di lucro e la formazione di un organo di controllo;
- aumento delle materie che possono essere oggetto della class action, specificamente individuate dalla legge comunitaria la quale elenca oltre a quanto narrato dalla normativa italiana, la garanzia sui beni di consumo, l’indicazione del prezzo, la pubblicità ingannevole, i trasporti ed energia elettrica e gas, la telefonia mobile, il turismo, il commercio elettronico e i servizi digitali, la protezione dei dati personali, la sicurezza dei prodotti, quella alimentare, le assicurazioni, la commercializzazione a distanza di servizi finanziari, i prodotti d’investimento al dettaglio, i fondi di investimento, il credito ai consumatori, i blocchi geografici ingiustificati e la discriminazione basata sulla nazionalità.
Un'altra particolarità è offerta dalla circostanza per cui, a differenza dalla class action ordinaria, le associazioni dei consumatori dei singoli stati dell’Unione Europea potranno proporre class action direttamente presso i tribunali italiani e viceversa gli enti italiani potranno introitare ricorsi presso gli stati UE.